Viale Zara, via Novara e Quartiere Figino.
Medea è a Milano al Teatro Libero da una settimana. Ieri notte una operatrice della Caritas mi ha dato la possibilità di fare con loro un’uscita notturna. Il loro approccio è diverso dai ragazzi di Oasi2 di Trani. Si fermano e cercano di chiacchierare il più possibile con ciascuna ragazza, di stabilire un contatto. Perciò magari ci si ferma meno ma ogni incontro dura dai 10 minuti a mezz’ora e l’uscita complessivamente risulta lunghissima.
Parlando con le ragazze sui marciapiedi e ascoltando i loro racconti di vita, la domanda che nasce spontanea è: qual è la verità?
Più le ascoltavo raccontarsi, più diventava lampante che nel bel mezzo di questi racconti di vita quotidiana, la famiglia, i figli, i soldi, si fosse d’accordo sul tacere una verità che lì su quel marciapiede, in quel momento si manifestava in maniera chiara come il sole e sotto gli occhi di ciascun passante, e cioè che su quel marciapiede c’era la loro ANIMA.
Nuda e cruda, esposta al commercio del sesso. E loro ce la raccontavano con un linguaggio quotidiano: la famiglia, i figli, i soldi. Se avessimo dovuto codificare quel messaggio la traduzione sarebbe stata agghiacciante – “ho affrontato un viaggio infernale per venire in Italia, pensavo di trovare una vita migliore invece sono stata stuprata al mio arrivo, devo pagare un debito di circa 30mila euro, mando i soldi a casa ogni mese dove mio padre non sa come faccio a guadagnarmeli, ma da mio padre non ci torno perché lui è sempre ubriaco, tiene chiuse in casa mia madre e mia sorella e se torno fa prigioniera anche me.
Duina, una ragazza rumena, ci racconta che un uomo, un cliente, un giorno l’ha portata a Trento e le ha fatto passare due giorni in un hotel di lusso. Le ha detto: “non voglio niente da te, voglio solo farti stare bene per due giorni” – e alla fine l’ha pure pagata. Poi le ha offerto un lavoro, ma lei non ha ancora accettato. “Perché?” – le chiediamo, ma lei non dà una risposta.
Perché non accetti il lavoro di un uomo che vuole aiutarti? Potresti cominciare una vita normale, libera dal lavoro in strada? Qual è la verità?
E la verità sta nel fatto che Duina è schiava di qualcuno, che prima di accettare deve saldare un debito e che se va a lavorare altrove probabilmente se la vengono a prendere e chissà cosa le fanno.
Poi Duina aggiunge: “ho buoni clienti, riesco a guadagnare dagli 800 ai 1.000 euro a notte.” Bene, dico io, ma allora che fine fanno questi soldi? Diciamo che 800 euro a notte in un mese fanno circa 24.000 euro; diciamo che 1.000 euro al mese li spedisci alla tua famiglia in Romania, con 700 euro paghi l’affitto del monolocale in cui abiti a Milano, con altri 700 euro paghi l’affitto del monolocale in cui lavori e siamo a 21.600 euro. Poi 1.000 euro al mese ti servono per mangiare e vivere a Milano, ti restano 20.600 euro. Cosa fai con questi soldi? Ma soprattutto A CHI SONO DESTINATI questi soldi?
Qual è la verità Duina? Perché io non ci credo.
Elena Cotugno